Mai fascia sul braccio fu così controversa nel recente passato della Lazio. Stefano Pioli decise di nominare capitano Lucas Biglia sfiduciando Candreva e questo diede il via al malcontento dell’ Antonio romano sino a portare ai saluti.
Cessione che per Lotito non fu poi così dolorosa, anzi, rimpinguo’ notevolmente le casse biancocelesti e può tranquillamente essere annoverata tra le plusvalenze stellari.
Ma torniamo a parlare di un capitano ex che, almeno io, adoravo alla follia nonostante fosse, ed è tuttora, un calciatore di cristallo.
Lucas Biglia, Lucas Leiva… Quei sorrisi, quei maledetti sorrisi… Quel nome in comune, via uno avanti l’altro, tanto diversi quanto importanti allo stesso modo.
Cavalier serventi alla corte di mister Inzaghi.
Ex capitano biancoceleste, giocatore attuale del Milan, il Biglione argentino, è stato intervistato da AM Del Plata.
Indubbiamente non poteva non aver parlato del del momento complicato e del virus che c’ha schienato tutti, ma anche della Lazio ha detto…..
“C’è la possibilità di tornare il 4 maggio, vedremo cosa si farà giorno per giorno, non ne siamo sicuri al 100%. Sto soffrendo il fatto di non potermi allenare, non riuscire a vedere i miei compagni di squadra e non poter giocare”.
Passato incancellabile quello biancoceleste, soprattutto se hai avuto l’onore di vivere con la fascia della Lazio al braccio.
Lucas Biglia si racconta tra luci ed ombre, tra ciò che fu e ciò che sarà…
“Ho avuto degli anni buoni e altri cattivi, un rendimento alto e poi stagioni negativi. L’Anderlecht è il club che mi ha fatto conoscere, mi ha dato un nome. Dopo ho avuto l’opportunità di giocare con due grandi squadre italiane come la Lazio e il Milan. 
Mi sento benedetto di aver vissuto queste esperienze. Il futuro? 
Vorrei diventare un allenatore. Davanti però ho ancora due anni da calciatore”.

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